Forse non tutti sanno che il 3 febbraio di sessant’anni fa per la storia della musica fu un giorno piuttosto triste perché tre giovani promesse del Rock’n’roll vennero a mancare a causa di un incidente. I protagonisti in questione sono il cantautore e chitarrista statunitense Buddy Holly, il cantante americano ma di origini venezuelane Ritchie Valens e Big Bopper, cantautore e disc jockey statunitense ricordato per la sua esuberante personalità, rispettivamente di 22, 17 e 28 anni. Tre giovani promesse della musica americana degli anni Cinquanta, ognuno con un diverso trascorso, con le proprie caratteristiche e personalità, insomma, tre artisti diversi che vengono a mancare nello stesso giorno e a causa dello stesso motivo: l’aereo che li stava conducendo in tournée si abbatte al suolo.
Tutti e tre, infatti, erano impegnati nel Winter Dance Party, il tour invernale di ventiquattro tappe quasi tutte nel Midwest degli Stati Uniti iniziato il 23 gennaio di quello stesso anno al quale partecipano Big Bopper, Buddy Holly, Ritchie Valens & The Crickets (la sua band), Dion and the Belmonts e Frankie Sardo. L’organizzazione di questo evento piuttosto significativo, dimostrò fin da subito alcuni problemi, causati anche dalle condizioni climatiche che imperversavano sul territorio in quel periodo. Le tappe non solo erano molto distanti le une dalle altre, ma non seguivano una vera logica, pertanto anche seguire l’ordine dei concerti non era affatto semplice; senza considerare che i nostri artisti dovevano spostarsi da una città all’altra su un vecchio scuolabus che non aveva proprio le caratteristiche per affrontare l’inverno oltre che le condizioni climatiche americane di quel periodo. I mezzi messi a loro disposizione si guastavano spesso senza considerare che non avevano alcun supporto durante queste trasferte, pertanto tutto il materiale doveva essere caricato e scaricato da nostri cantanti.
Il 3 febbraio la tappa da raggiungere per l’esibizione era Moorhaed, dopo che i protagonisti del Winter Dance Party si erano già esibiti in città come Milwaukee il 23 gennaio (data che aveva aperto il tour), Kenosha, Mankato, Eu Claire, Montevideo, Saint Paul, Davenport, Fort Doge, Duluth, Green Bay Clear Lake; in ciascuna di queste città, gli spazi scelti perle esibizioni di queste promettenti stelle della musica erano tutti piccoli locali, ballroom, balere o piccole discoteche. Fu Buddy Holly, dopo l’ennesimo viaggio in pullman in cui si presentarono numerosi disagi, a proporre il successivo spostamento fino a Fargo, in aereo. Per il volo fu scelto un aereo da turismo con un pilota, Roger Peterson, purtroppo troppo giovane e inesperto.
Non tutti però salirono a bordo di quell’aereo maledetto, per esempio, Ritchie Valens che da poco aveva superato la fobia per il volo, chiese a Tommy Allsup di cederli il suo posto su quel Beechcraft Bonanza B35 (V-tail) il quale “affidò” la scelta su chi dovesse effettivamente salire a bordo dell’aereo, al lancio di una monetina. Il destino scelse proprio Valens, così come Buddy Holly e “The Big Bopper” Richardson. A questo punto l’equipaggio era al completo; i tre cantanti arrivarono all’aeroporto dove già si trovava il pilota ad aspettarli, con Carroll Anderson.
Intorno all’una di notte del 3 febbraio 1959, l’aeroplano decolla da Mason City. Alle 3:30 del mattino, dall’aeroporto di Fargo, iniziano a preoccuparsi per non aver ancora ricevuto notizie dal pilota, pertanto, intorno alle 9 di quella stessa mattina decolla un altro aeroplano per ripercorrere la rotta intrapresa da Peterson con i tre cantanti a bordo. È dal cielo che si scorgono i resti dell’aeroplano schiantatosi al suolo, vicino al quale giacciono i corpi di Holly e Valens, mentre quello di Richardson fu rinvenuto in un campo accanto a quello dell’impatto. Subito dopo questo triste evento fu condotta un’inchiesta secondo la quale si stabilì che la caduta del velivolo fu causata dalle condizioni avverse per intraprendere il viaggio e dall’inesperienza del pilota che non era ancora sufficientemente pronto al volo notturno e con condizioni climatiche di questo tipo.
Al di là della colpa che si attribuisce al giovane Roger Peterson (che comunque morì nel disastro insieme ai tre cantanti), bisognerebbe riflettere sulle responsabilità degli organizzatori e dei managers del Winter Dance Party i quali, senza lasciarsi troppo sconvolgere dall’accaduto, il giorno stesso dell’incidente sostituirono Buddy Holly, Big Bopper e Ritchie Valens con Ronnie Smith, Fabian & Frankie Avalon e Gimmy Clenton.
Oggi è il giorno in cui sessant’anni fa « The Music Died», come scrissero i giornali per raccontare dell’ accaduto, il giorno in cui tre giovani promesse della musica americana, più il loro pilota, vennero a mancare a causa di un disastroso incidente. La morte di questi tre giovani cantanti è stata considerata un po’ come uno spartiacque tra un “prima” , divertente e gioioso, che ha caratterizzato un po’ tutti gli anni ‘50 e un “dopo” in cui si è persa un’antica e fiduciosa innocenza.