A novembre del 1957 esce per la prima volta una delle canzoni simbolo del Rock’n’roll: Great Balls of Fire. La canzone, universalmente riconosciuta nella versione pubblicata dal genio Jerry Lee Lewis, venne registrata a Memphis, negli Sun Studios. Siamo negli Stati Uniti degli anni legati ai conflitti generazionali, anni in cui i giovani si spostano e “migrano” e in cui iniziano a sperimentare lo scarto con i padri e le madri, legati a un modo di vivere completamente diverso. Questo accade perché proprio loro, i giovani ribelli, iniziano a ricevere una maggiore istruzione e perché vengono “contaminati” da un modo di vivere urbano, ma soprattutto moderno.

In questo periodo di autentico “decollo giovanile” , aumenta la visibilità di quella che potremmo considerare una nuova condizione sociale in cui ben presto iniziano a manifestarsi esperienze legate alla nascita di nuovi miti e nuove mode che si radicano in una società in profondo cambiamento. Il fenomeno a cui facciamo riferimento permette di sottolineare due aspetti: da una parte il desiderio di riscattarsi e avere maggiore libertà di espressione, dall’altra “l’allontanamento”, sempre più marcato, con quel mondo adulto e polemico. Questo cambiamento non può, ovviamente, non influenzare le espressioni della realtà, il modo di fare arte, musica, cinema o, più in generale, cultura, tant’è vero che i fermenti di queste nuove generazioni diventano come uno specchio in cui possono – o non possono – rispecchiarsi gli orientamenti di chi in esso si riconosce o di chi, invece, li condanna.

E qui ci agganciamo proprio al rock’n roll, al suo ritmo frenetico, allo stile con cui si fa musica o con cui si “mette in scena” la sua interpretazione.

Quando parliamo di questo genere è davvero difficile non pensare a Jerry Lee Lewis, uno dei più turbolenti e selvaggi figli del rock’n’roll. Uno stile personalissimo, il suo, in grado di mescolare rhythm & blues e boogie-woogie con l’abilità di un pianista che sa letteralmente infuocare i tasti del pianoforte ma soprattutto gli animi di chi arriva al cospetto della sua musica. Non a caso le “vampate di fuoco” dell’intramontabile “Great Balls on fire”, un brano che, all’alba dei suoi sessantadue anni, continua ad essere attualissimo e uno dei più gettonati nelle sale in cui oggi si scatenano i ballerini del boogie woogie 2.0.

Il componimento, inserito nella lista delle 500 migliori canzoni stilata dalla rivista “Rolling Stones” ha avuto molte riprese: dalla versione un po’ folk dei New Grass Revival (1972), a quella più rock degli Electric Light Orchestra (1974), fino alla più moderna di Dean Delannoit (2007).

Nel mese del nostro Festival dedicato interamente agli amanti del Rock’n’Roll, non potevamo non darvi qualche piccola di questo fantastico mondo. E siamo sicuri che al Boom Shake Rockin’ Fest (22-23 Novembre) non mancherà l’omaggio al genio Jerry Lee Lewis oltre alla possibilità di lanciarvi in pista sulle note di uno dei capisaldi di questo genere!

Intanto ascoltatela nella sua versione originale: