Era il 22 novembre del 1927 quando venne eseguito per la prima la volta a New York “Funny face”, il Musical composto da George Gershwin su libretto Fred Thompson e Paul Gerard Smith.

In tutto 244 recite sul palcoscenico dell’Alvin Theatre, tempio di Broadway che inaugurò proprio con questo spettacolo esattamente novantuno anni fa.

Oggi vogliamo ricordare quest’esperienza per più aspetti: il primo, per rendere omaggio al suo compositore, pianista e direttore d’orchestra indiscusso, dal momento che le sue opere spaziano dalla musica colta al la al jazz, anche colui che diede il via al musical statunitense. Oltre a questo, “Funny Face”, permette di addentrarci anche nell’approfondimento dei primissimi interpreti, in coloro che furono protagonisti delle successive riprese e, forse più importante per tutta la nostra riflessione, nelle caratteristiche dei generi ballati.

Fin dalla primissima messa in scena troviamo, nei panni di Jimmy Reeve, il mitico Fred Astaire; al suo fianco Adele Astaire (nel ruolo di Frankie Wynn), William Kent (Dugsie Gibbs), Victor Moore (Herbert), Allen Kearns (Peter Thurston) , un cast piuttosto significativo anche se nel riadattamento cinematografico dell’opera, furono ingaggiate attrici dal calibro di Audrey Hepburn e Kay Thompson. Il trailer di quello che dal musical, divenne un film musicale diretto da Stanley Donen esordisce con un: «You’re going to a marvelous time» e una fantastica Parigi sullo sfondo. Dal palcoscenico nel 1927, al grande schermo nel 1957. Ma partiamo dalla trama. Maggie Prescott, direttrice di una casa di moda, è alla ricerca di qualche nuovo volto; scopre per caso la giovane bibliotecaria Jo Stockton e , d’accordo con il suo fotografo Dick Avery decide di “trasformarla” in una vera donna di classe. La giovane Cenerentola (non a caso il titolo in italiano di “Cenerentola a Parigi”), accetta non solo la proposta, ma di andare nella capitale francese, luogo dove non a caso è riuscita a radicarsi la nuova filosofia e in cui vivono personaggi come il professor Bartre, uomo di cui Jo nutre particolare ammirazione.

Fred Astaire indossa i panni del fotografo, stesso ruolo che, trent’anni prima, aveva interpretato sul palcoscenico di Broadway. Qualcuno lo nominò addirittura “il re del tip tap”, proprio per le sue numerose ed impeccabili performance in film come questi. Anche in “Cenerentola a Parigi” infatti, ritroviamo una significativa testimonianza della danza eseguita da colui che Balanchine e Nureyev consideravano il più grande ballerino del XX secolo. Una delle scene è quella in cui vediamo la Hepburn affacciata alla finestra mentre Astaire, con il suo cappotto e l’immancabile ombrello, interpreta un autentico solo che mischia più generi, buttandoci dentro addirittura un richiamo alla figura del torero (video).

E sempre loro sono protagonisti anche del bellissimo pezzo a due – la coreografia più famosa del film- che richiama movimenti – e suoni- della tap dance oltre che passi specifici del lindy hop. Siamo nella camera oscura mentre si stanno mandando in stampa le foto sulle note dell’omonima canzone che dà il titolo inglese al film (video). E ancora Audrey, stavolta insieme a Kay Thompson, balla sulle note di “On How to Be Lovely” con un fazzoletto in testa e un grembiule azzurro, stavolta più sullo stile di quelle soubrette che ricordano un po’ le performance del charleston degli anni ’20 e’30, seppur molto lontane da quelle atmosfere tutte piume e lustrini (considerando soprattutto l’outfit delle due protagoniste (video).

Insomma, “Funny Face” ci permette oggi di riflettere su molti aspetti legati alle pratiche che anche dopo molto tempo continuiamo a ballare perché continuano a interessarci e ad appassionarci.